mercoledì 23 settembre 2009

Il ruolo dei fedeli laici nella Chiesa



Tavola rotonda
6 marzo 2004
 
 
1. Desidero, inanzi tutto, ringraziare Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Cheli dell’invito che ha rivolto al Pontificio Consiglio per i Laici, sollecitando la partecipazione di uno dei suoi membri a questa tavola rotonda, organizzata dagli Oblati Secolari dell’Ordine di Santa Brigida, dedicata al ruolo dei fedeli laici nella Chiesa. Cercherò di esporre, se pur brevemente, le principali funzioni del Pontificio Consiglio per i Laici e di fornire spunti di riflessione, utili per un successivo dibattito.
2. Prima di tutto bisogna ricordare che il Pontificio Consiglio per i Laici è un Dicastero molto giovane della Curia Romana. È stato istituito, infatti, nel 1967 da Paolo VI, nell’intento di realizzare quanto si auspicava nel decreto conciliare Apostolicam actuositatem, a proposito della necessità di costituire un organismo presso la Santa Sede per il servizio e l’impulso dell’apostolato dei laici. Sin dalla sua nascita, il Consiglio si prefigge di coadiuvare il Santo Padre in tutte quelle materie che riguardano la promozione e il coordinamento dell’apostolato dei laici e, in generale, in quelle che concernono la vita cristiana dei laici in quanto tali (cfr. PB art. 131). Per assolvere con diligenza questo importante compito, esso cerca di rimanere fedele a quanto indicato nel documento menzionato del Concilio Vaticano II e nel magistero pontificio sui fedeli laici, in particolar modo nell’Esortazione apostolica post-sinodale Christifideles laici del 1988, considerata la "magna charta" del Consiglio. In sintesi, si può certamente affermare che il Pontificio Consiglio per i Laici è il Dicastero della Curia Romana posto al servizio dell’apostolato dei laici.

3. Mi vorrei soffermare, ora, sui campi di azione del Dicastero. In primo luogo, spetta al Pontificio Consiglio animare e sostenere i fedeli laici affinché partecipino alla vita e alla missione della Chiesa nel modo loro propio, sia come singoli che come membri appartenenti ad associazioni. A questo proposito, mi preme sottolineare che il modo specifico con cui i fedeli laici edificano la Chiesa consiste nel permeare di spirito evangelico le realtà temporali. Come ha affermato il Santo Padre nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte (n. 46), al termine del Grande Giubileo dell’anno duemila, è necessario che nella Chiesa si scopra sempre meglio la vocazione dei fedeli laici, che è radicata come tutte le altre vocazioni, nel sacramento del Battessimo, ma che tende per natura propria a «cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio» (LG 31). Pertanto, il mondo, e con questo intendo dire il lavoro professionale, lo studio, le relazioni familiari, amichevoli, l’impegno politico, la cultura, l’economia e via dicendo, è lo spazio dove si configura la vocazione cristiana dei fedeli laici (cfr. ChL 15), cioè l’ambito in cui essi devono cercare la santità e portare il messaggio di Gesù.
Affinché adempiano questo peculiare compito di diffondere lo spirito del Vangelo nel mondo, i fedeli laici (e questo vale anche per noi sacerdoti) hanno bisogno di una intensa formazione cristiana, dottrinale e spirituale. Si dice a ragione che nessuno può dare quello che non ha. È per questo motivo che uno dei temi che viene trattato con maggiore cura negli incontri con i Vescovi che si recano al Dicastero, in occasione delle visite ad limina che compiono ogni cinque anni, è proprio quello dell’itinerario formativo dei laici. Questo dialogo con i Vescovi e la riflessione che ne scaturisce consente al Consiglio di porsi all’ascolto delle diverse situazioni ed esperienze nelle Chiese locali, e di capirne più a fondo le esigenze particolari.

4. Una parte molto consistente del lavoro del Pontificio Consiglio per i Laici è quella che concerne le associazioni laicali di fedeli, cioè, tutte quelle aggregazioni composte a larga maggioranza da fedeli laici. Nell’ambito della propria competenza, il Dicastero riconosce quelle associazioni di fedeli che hanno carattere internazionale e ne approva gli statuti.
Nello svolgimento di questo incarico e in risposta agli insegnamenti del Santo Padre, il Dicastero incoraggia tutte le varie forme aggregative laicali, valorizzandole e cercando di orientare i loro carismi all’interno della Chiesa. In questo senso, il Pontificio Consiglio per i Laici mantiene rapporti costanti con i movimenti e le nuove comunità ecclesiali, di cui la stragrande maggioranza è configurata come associazioni internazionali di fedeli, come pure con le Organizzazioni Internazionali Cattoliche (OIC), l’Azione Cattolica, ecc.
La crescente fioritura delle esperienze di vita associativa nella Chiesa ha contribuito ad aumentare la delicata responsabilità del Dicastero nel discernimento di queste nuove realtà. Nel dialogo del Pontificio Consiglio per i Laici con le varie aggregazioni affidate alla sua cura pastorale, si distinguono in modo particolare i movimenti ecclesiali e le nuove comunità, di cui il Dicastero segue da vicino la vita e le attività e delle quali vuole essere la "casa comune", convinto che le loro esperienze rappresentino un validissimo aiuto per l’apostolato dei fedeli laici.
Da questi presupposti è nata l’iniziativa del Consiglio di invitare movimenti e nuove comunità a incontri di riflessione comune su questioni specialmente rilevanti, al fine di conoscere il loro giudizio. Gli incontri che hanno avuto luogo nel 2003 sono stati: La costruzione della pace nell’era globale, tema particolarmente sentito a causa dello scoppio della guerra in Iraq; Il contributo dei cristiani alla costruzione dell’Europa, argomento che è stato affrontato nel periodo in cui si stava definendo la bozza del Trattato costituzionale europeo.
5. Oltre a questi incontri, il Dicastero organizza periodicamente dei Convegni internazionali sull’apostolato dei fedeli laici. In questo contesto vorrei ricordare l’ultimo Congresso internazionale del laicato cattolico, che si è svolto a Roma nel novembre del 2000, sul tema Testimoni di Cristo nel nuovo millennio, con la partecipazione di persone provenienti da quasi cento paesi di tutto il mondo.
Di particolare rilievo è stato, inoltre, il Congresso dei laici cattolici dell’Europa dell’Est, svoltosi a ottobre scorso a Kiev, in Ucraina, a cui hanno preso parte rappresentanti dei Paesi della ex Unione Sovietica. Obiettivo primario di questa iniziativa è stato quello di risvegliare tra i cristiani dell’est europeo la consapevolezza della propria vocazione e missione nella Chiesa e nella società, stimolando lo studio e l’assimilazione degli insegnamenti del Concilio Vaticano II.

6. Un ulteriore ambito affidato alla cura del Pontificio Consiglio per i Laici è quello che riguarda i giovani. Infatti nel 1986 Giovanni Paolo II ha voluto istituire all’interno del Dicastero la "Sezione Giovani", come segno di sollecitudine pastorale della Chiesa nei loro confronti. Penso che sia inutile, in questa sede, ribadire l’importanza che il Papa attribuisce ai giovani, che ha più volte definito come "la speranza della Chiesa". I compiti peculiari di questa "Sezione Giovani" sono: porsi al servizio delle Chiese particolari nel settore della pastorale giovanile; essere strumento di sensibilizzazione in materia di problematiche giovanili; promuovere e organizzare convegni di pastorale giovanile a livello internazionale. A questo proposito vorrei menzionare l’8º Forum internazionale dei giovani, che si terrà a Rocca di Papa dal 31 marzo al 4 aprile, sul tema: "I giovani e l’università: testimoniare Cristo nell’ambiente universitario", al quale si prevede la partecipazione di circa 300 studenti universitari provenienti da tutto il mondo.
Momenti forti dell’attività della "Sezione Giovani" sono, senza dubbio, la preparazione delle celebrazioni delle Giornate Mondiali della Gioventù, istituite da Giovanni Paolo II nel 1985, che hanno luogo ogni anno in tutte le diocesi in occasione della Domenica delle Palme, e l’organizzazione degli incontri mondiali del Papa con i giovani, che si celebrano ogni due anni in Paesi di volta in volta diversi. Il prossimo incontro mondiale, a Dio piacendo, si terrà a Colonia nel mese di agosto 2005.
Nonostante la numerosa e festosa partecipazione dei giovani a questi incontri, le Giornate Mondiale della Gioventù non sono soltanto un bel raduno giovanile, ma sono innanzi tutto un’occasione preziosa, per ognuno di loro, per stare accanto al Successore di Pietro e per avere un vero e proprio incontro con Gesù, un’incontro che Giovanni Paolo II, nella sua Lettera apostolica ai giovani e alle giovane del mondo scritta nel 1985 in occasione dell’Anno Internazionale della Gioventù, ha voluto paragonare a quello che ebbe il giovane ricco (cfr. Mt 19, 16-21).
Due esempi commoventi di questi incontri personali dei giovani con il Signore sono stati le migliaia di ragazzi e ragazze che si sono accostati al sacramento della Penitenza in occasione dell’indimenticabile Giornata Mondiale della Gioventù celebrata a Roma durante l’Anno giubilare (le lunghissime file ai confessionali allestiti al Circo Massimo in quei giorni hanno rappresentato una vera scossa sia per i giovani che per i meno giovani), nonché la presa di coscienza, da parte di moltissimi giovani, della propria vocazione all’interno della Chiesa proprio grazie a questi incontri con il Papa.
Da quest'anno esiste presso il Dicastero la sezione "Chiesa e Sport", che cerca di assicurare al mondo dello sport una più incisiva attenzione da parte della Santa Sede, diffondendo gli insegnamenti della Chiesa Cattolica sullo sport, affinché l'attività sportiva possa contribuire allo sviluppo integrale della persona.

7. L’ultimo campo di lavoro del Dicastero che voglio sottoporre alla vostra attenzione è quello che riguarda la vocazione e la missione della donna nella Chiesa e nel mondo. Nel suo impegno, infatti, il Pontificio Consiglio per i Laici ha sempre posto l’accento sulla necessità di riconoscere l’uguale dignità della donna e dell’uomo. D’altro canto nel magistero del Santo Padre si riscontra un grande interesse al tema del rispetto della dignità della donna nel più ampio contesto dell’identità della persona umana, creata a immagine di Dio, uomo e donna.
Lo studio dei fondamenti antropologici e teologici della dignità della donna ha portato alla realizzazione di diverse iniziative, di cui vorrei menzionare solo la più recente: un seminario di studio, che si è svolto a febbraio scorso, sul tema Uomini e donne: diversità e reciproca complementarità. Questo seminario, che si situa nella più ampia prospettiva della formazione dei fedeli laici, ha avuto come scopo identificare elementi utili per l’elaborazione di programmi pastorali più attenti alla ricchezza che deriva dalla diversità e reciproca complementarità che esiste tra uomo e donna. Inoltre il Consiglio ha partecipato attivamente alla preparazione e alla realizzazione di tutte le conferenze mondiali sul tema (Città del Messico, Copenaghen, Nairobi e Pechino).